10 cose che ho imparato in Abruzzo in un anno di blog

Un anno di blog e di storie raccontate e fatte raccontare. Di incontri virtuali e nuove conoscenze con il comune denominatore chiamato Abruzzo. Qualche settimana fa è scoccato il primo anniversario della nascita di questo spazio web, che nel breve tempo di poco più di 365 giorni è riuscito a ritagliarsi il suo modestissimo spazio nella narrazione quotidiana della regione.

Ora, complice la fine di questo anno del signore 2015, eccoci a stilare una piccola lista delle cose che qui dentro ci sono passate o che, anche solo di striscio, hanno ispirato gli articoli, i racconti e le storie che lo hanno riempito. Una lista che spero possa rappresentare per il lettore un interessante spaccato della regione o anche, perché no, una fonte di ispirazione per i prossimi itinerari.

1. In Abruzzo fanno il formaggio buono…

In cima a questa lista, anche per una questione di attualità, ci va di diritto Nunzio Marcelli, che qualche giorno fa è stato inserito in un’altra specialissima classifica. I suoi formaggi infatti, prodotti ad Anversa degli Abruzzi, sono stati menzionati tra i 50 regali per Natale suggeriti niente di meno che dal Wall Street Journal. Un’internazionalizzazione arrivata dopo anni di duro lavoro e riscoperta, con al centro il progetto di Adotta una pecora, quello che per chi scrive è una delle iniziative più importanti del nostro territorio, con il suo bi(sogno) di ritornare al popolamento degli ovini tra le nostre montagne. Un ritorno alla tradizione, che poggia le proprie solide fondamenta sull’etica del lavoro e del rispetto del territorio, chapeau!

2. …ma si (ri)coltiva anche la canapa

Se Nunzio Marcelli e il suo Adotta una pecora sono ormai un’istituzione, c’è chi alla terra c’è tornato da meno tempo, ma si pone più o meno gli stessi obiettivi. Parlo di Alessio e Simona, che nel teramano hanno deciso di trasferirsi nella piccola frazione di Varano per dare vita al Borgo degli gnomi, altro progetto fondato sul rispetto dell’ambiente: vivendo in campagna e tornando alla vita rurale così come era pensata prima dell’epoca industriale. Sfruttando sì il nuovo e il tecnologico, ma puntando all’autoproduzione e alla sostenibilità biologica. Da qui il ritorno alla coltivazione della canapa, e alla produzione dei suoi derivati. Da queste parti con la loro farina abbiamo fatto pizze e biscotti, be’ provare per credere!

farina-borgo-degli-gnomi

3. Non solo Parco Nazionale d’Abruzzo

Parecchio lavoro su questo blog è stato fatto grazie ai libri che nel frattempo mi sono trovato in casa o ho scovato tra gli scaffali in libreria. Uno in particolare è stato utile a scoprire quante sono (tante) le ricchezze territoriali tutelate in Abruzzo. Non solo i tre parchi nazionali più famosi dunque, ma anche aree marine, svariate oasi naturali e parchi archeologici protetti, per un totale di 47, che sono ben riassunte nel libro 1000 oasi e parchi naturali da vedere in Italia di Gianni Farneti. L’elenco completo lo trovate a questo link, io intanto cercherò di capire come fare a visitarne il più possibile nei prossimi mesi.

4. In Abruzzo in treno…

È una delle iniziative che ha riscosso più consensi in ambito turistico nel 2015. Parliamo dei treni storici organizzati dall’associazione Le Rotaie lungo quella che viene denominata Transiberiana d’Italia. È la vecchia linea ferroviaria (chiusa nel 2011) che collega Sulmona a Isernia e che nella stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo tocca i 1262 metri sul livello del mare, che le consentono di farsi ricordare come la seconda stazione più alta d’Italia dopo quella del Brennero (1371 m). Una linea che nel 2015 ha visto percorrere sul proprio tracciato circa 20 treni storici, con percorsi legati ogni volta alla riscoperta di eventi, tradizioni o paesi lungo il tracciato e che ha raccolto ogni volta la partecipazione di centinaia di turisti. Iniziativa che si ripeterà anche nel 2016, ma sbrigatevi a prenotare perché questi treni fanno presto a diventare sold out.

Treno sulla Transiberiana d'Italia

photo credit: Antonio Martinetti via photopin cc

5. …e in cammino

Quello che chiamano turismo esperienziale si sposa perfettamente con le tante ricchezze naturalistiche dell’Abruzzo. È normale allora che anche il turismo legato ai cammini stia facendo, e non poco, parlare di sé da queste parti. Ne voglio citare almeno cinque, legati ognuno a una storia, a un territorio e a un modo di presentarsi. Innanzitutto quello dei tratturi, le vecchie strade della Transumanza, con il Tratturo Magno, quello più famoso, che collegava L’Aquila a Foggia e che è tornato a essere “calpestato” anche quest’anno a fine settembre come prima facevano i pastori tanto cari a D’Annunzio. Poi il Cammino di San Tommaso, che unisce Ortona a Roma e che è la novità forse più propositiva degli ultimi anni, con una capacità palese di creare contatti e tessere relazioni soprattutto tra chi il cammino lo fa. Legati alla storia, invece, ci sono Il sentiero della Libertà di Sulmona, che ripercorre le orme partigiane della Brigata Maiella e il Cammino dell’Accoglienza, ultimo arrivato, che da tre anni si svolge nella Valle Roveto, sulle strade che le truppe alleate percorsero durante la risalita dal Sud. Ultimo, ma non meno importante se parliamo di memoria storica, il cammino percorso in solitaria da Luca Gianotti, uno dei massimi esperti in materia, che con la sua Spirale della memoria, a gennaio scorso, ha voluto ricordare a piedi il centenario del terrificante terremoto che distrusse la Marsica nel 1915.

6. E in bici perché no?

Il primo approdo di questo blog nella vita reale è coinciso con la presentazione di un libro. Sentivo che era arrivato il bisogno di far diventare il nero su bianco di queste pagine parole da condividere con una platea viva e senza computer e l’occasione si è presentata una volta scoperta l’esistenza del bel libro di Ezio Colanzi, Dove tornano le nuvole bianche. Viaggio in bicicletta nell’Abruzzo abbandonato. Il libro è stato pubblicato dalla neonata case editrice aquilana Uao Edizioni ed è un intenso viaggio compiuto da Ezio sulle due ruote, tra i silenzi delle vecchie mulattiere e i “rumori” dell’abbandono. Un itinerario diverso dal solito, finalmente fuori dai circuiti convenzionali e che può rappresentare certamente un nuovo modo di conoscere e di conoscersi. In sella!

Ezio Colanzi. In bici in Abruzzo

7. Le novità editoriali

Visto che ci siamo, rimaniamo in tema editoriale, perché tra le tante uscite, i libri più o meno riusciti e le letture fatte, due rimarranno gli accadimenti che più hanno interessato queste pagine. Il primo è recente, ed è la scomparsa di Dan Fante, figlio di John, a cui è legato il festival Il Dio di mio padre a Torricella Peligna, una manifestazione a cui Dan non aveva mai voluto mancare e che lo legava a doppio filo alla nostra terra. L’altro è l’ottimo risultato ottenuto da quei bravissimi ragazzacci della Neo Edizioni di Castel di Sangro, che sono riusciti nell’impresa di portare un proprio titolo, XXI secolo di Paolo Zardi, in finale al Premio Strega. Il premio alla fine lo ha vinto Nicola Lagioia con La ferocia, ma vuoi mettere i brindisi di consolazione a base di genziana!

8. C’era una volta un fotografo

Si trova al punto otto, ma questa mia personale scoperta sarebbe in realtà out of category, perché è senza dubbio la storia che più mi ha stupito nello scovarla. È quella di Ennio Iacobucci, un fotoreporter nato nel 1940 dalle mie parti, a San Vincenzo Valle Roveto per la precisione, di cui non sapevo assolutamente nulla fino a qualche mese fa. La sua vita è breve, perché morirà suicida nel 1977, ma in questi 37 anni è racchiusa la storia di uno dei fotoreporter più importanti di quegli anni. Basti pensare che nel 1975 Iacobucci è il primo e unico fotografo occidentale a riprendere la conquista della capitale della Cambogia da parte dei Khmer rossi. Non ho tanto altro da aggiungere a questo punto, se non di rimandarvi al link in cui si è parlato di lui…

Ennio Iacobucci in Vietnam

9. Genziana, centerba e passatella

Qualche anno fa mi capitò di leggere una notizia in cui veniva attribuito agli abruzzesi il primato per il consumo pro capite di alcool. Giubilo sui social network, l’obiettivo finalmente era stato raggiunto! Si scherza ovviamente (anche se non troppo), ma non ho potuto non constatare come la goliardia di noialtri su questo tema sia rimasta intatta. Chi segue il blog da tempo probabilmente saprà anche dell’esistenza della pagina Facebook collegata. Bene, è dall’analisi dei dati della stessa che ho potuto spesso farmi un sorriso nel notare ogni volta come le foto più apprezzate dal pubblico fossero proprio quelle legate al tema “alcolico”. Metti una foto della genziana e i like si impennano, parli di altro e si torna alla normalità. Racconti di come il centerba fosse usato nel XIII secolo per curare la peste ed è tutto un fiorire di condivisioni. Ve lo dico, io vi voglio bene per questo orgoglio, che se no c’era il rischio concreto di diventare troppo seriosi!

10. Cosa mi avete insegnato voi lettori

Che la chiave che ho scelto per raccontare la mia visione di Abruzzo è stata apprezzata. Che non ci sono solo gli arrosticini, ma anche altri modi per raccontare chi siamo senza scadere per forza nel provincialismo. Che è vero che ci si gasa goliardicamente per un sorso di genziana, ma anche che si è capaci di emozionarsi per storie che raccontano le tradizioni e le vicende meno conosciute. Che sì, i contenuti sono importanti e si può fare sana “informazione” e “promozione” anche senza scoop sensazionalistici, con sincerità e senza per forza dover ricorrere tutte le volte a titoli “acchiappa click”. Per questo spero che il legame tra queste pagine e voi diventi ancora più intenso nei mesi a venire. Scrivetemi, condividete e commentate. Suggeritemi nuove storie, nuovi itinerari o nuove letture. Io, di mio, ci metterò la solita voglia di respirare la nostra bella aria pulita tra le righe!

(Ah, se volete da ora potete anche sostenere il progetto. Scoprite come)

 

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Gianluca Salustri

Gianluca Salustri

Abruzzese forte e gentile. Redattore e curatore di contenuti con penna e tastiera. Dal 2006 nel mondo dell'editoria e della comunicazione. Il profilo completo lo trovi in bio.
Gianluca Salustri
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