Abruzzo sul Tratturo Magno. Il libro
Il 2016 di Qualche riga d’Abruzzo si apre con una segnalazione che ci arriva direttamente da Exorma Edizioni, interessantissima casa editrice romana con all’attivo già due pubblicazioni riguardanti l’Abruzzo in catalogo. Non potrebbe essere altrimenti, perché mezza anima di Exòrma è rappresentata da Maura Sassara, originaria del grazioso borgo di Scurcola Marsicana, che chi scrive ha avuto il piacere di conoscere durante l’ultima fiera della piccola editoria di Roma.
È in quell’occasione che ho avuto anche modo di apprezzare da vicino l’ultima loro pubblicazione a tema Abruzzo. E se nei precedenti titoli (Statale 17 di Barbara Summa e Dove comincia l’Abruzzo del duo Merlini/Silvestri) la regione è raccontata attraverso la narrativa di viaggio, in quest’ultimo caso la pubblicazione è quella che si può definire veramente di pregio. Il titolo dell’opera, che durante il nostro fugace incontro abbiamo simpaticamente definito “monumentale”, è Abruzzo sul Tratturo Magno a firma, o meglio a cura di Letizia Ermini Pani, docente di Archeologia medievale alla Sapienza di Roma, che ha raccolto i contributi di venticinque tra studiosi ed esperti accademici di diverse discipline: dall’archeologia medievale all’architettura, la geografia e la storia dell’arte.
Il volume, con la prefazione di Franco Salvatori, già presidente della Società Geografica Italiana, e i Patrocini del MIBACT e della Società Geografica Italiana, assume così un’importanza strategica nella rielaborazione della storia di quell’Abruzzo che sorge lungo le antiche strade utilizzate dai pastori negli spostamenti delle proprie greggi durante il periodo della Transumanza. Attraverso un lavoro di ricerca lungo e meticoloso i contributi sono stati così raccolti per proporre al lettore 480 pagine a colori, in cui vengono presentate 850 immagini fotografiche, cartografie e documenti storici di quella zona racchiusa tra la piana di Navelli e la conca aquilana, da Amiternum a San Benedetto in Perillis, seguendo un doppio filo storico e geografico che parte dalla Preistoria e arriva alle nuove collocazioni del post sisma, come per voler in un certo senso andare a chiudere un ciclo millenario e ri(mettere) così in evidenza il “patrimonio ambientale, culturale e scientifico, oltreché architettonico e archeologico, in particolare del cosiddetto cratere aquilano”.
Anche per questo, come sottolineato dall’editore, nasce l’idea di dedicare la parte introduttiva del volume al Gran Sasso Science Institute, istituto che può rappresentare oggi il volano del “rilancio culturale, scientifico e produttivo della città de L’Aquila e della regione Abruzzo”.
Abruzzo sul Tratturo Magno è disponibile sul sito della casa editrice con un leggero sconto. E c’è da approfittarne visto che, è il caso di dirlo, il prezzo non poteva certo essere da edizione economica per una pubblicazione di così alto valore scientifico e culturale.
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Gianluca Salustri
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