Addio a Dan Fante, e alla saga familiare più bella.
Ora la notizia, purtroppo, è vera e confermata. Se ne va Dan Fante, figlio di John, come lui scrittore e come lui legato a doppio filo a Torricella Peligna, paese ai piedi della Maiella, che ha dato i natali a questa storia fatta di cultura italo-americana, di scritti fantastici e libri indimenticabili, di vite sofferte e notorietà in Italia arrivata ormai troppo tardi (almeno nel caso del padre).
A confermare la notizia, dopo voci incontrollate che si susseguivano da qualche giorno sul web, stavolta è Giovanna Di Lello, direttrice del Festival Il Dio di mio padre, dedicato alla figura di John Fante e che si svolge ogni agosto proprio a Torricella Peligna. Dan era molto legato all’evento e non perdeva occasione di essere presente ogni anno e proprio nell’estate scorsa aveva annunciato di dover rinunciare a malincuore per l’evolversi della sua malattia.
(Leggi anche: John Fante Festival. 5 domande alla direttrice Giovanna Di Lello)
Resta ora il dispiacere di quanti lo hanno conosciuto e di tutti quelli che lo hanno letto. Perché chi ha scoperto tardi i libri di John aveva poi trovato in quelli di Dan Fante l’evolversi naturale di una saga familiare senza eguali, capace di emozionare e far riflettere sui tanti dissapori della vita, sulle storie difficili dei “dago red” come su quelle di chi deve vivere all’ombra di un padre sì famoso, ma anche terribilmente discontinuo. “Era un vero bastardo, sempre incazzato per una cosa o l’altra – così Bruno Dante, alter ego di Dan in Angeli a pezzi (Marcos y Marcos) descrive il padre – e amarlo non era stata una cosa semplice per nessuno. Disponeva della terribile capacità di scoprire il punto debole di una persona e poi, in un momento di vulnerabilità, colpirla con un’accetta”.
Dan, più del padre, e oltre la sua letteratura, lascia però in Abruzzo anche e soprattutto l’eredità e i ricordi legati alla sua assidua presenza nelle terre d’origine, a Torricella Peligna come a L’Aquila. Proprio qui, come racconta un commosso Goffredo Palermini, volle testimoniare a modo suo la vicinanza agli abitanti scossi dal terremoto: “Una bella testimonianza d’amore verso la città, firmandola sulla parete di tavole d’un cantiere lungo il Corso. Scrisse con lo spray sul tavolato “From my heart to L’Aquila. Dan Fante”.
Ricambiano Dan, con tutte le nostre braccia.
[Photo Credit: Festival Il Dio di mio padre]
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Gianluca Salustri
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