Amelie Tritesse, parole in musica dalla provincia (di Teramo)
“E poco male se le aboliranno le Province. Ne rimarranno il mantello opaco e vischioso, la nervosa elettricità sottopelle, le etichette fallaci. Piccole dosi di efferato e lucido cinismo, l’artigianato e certa capacità di osservazione”.
No, quello che leggete qui su non è un estratto da un improbabile discorso di un governante del cambiamento contento della lotta agli sprechi e della soppressione di enti inutili. È, invece, il punto di svolta, la conclusione e l’inizio, il filo che tiene uniti i due dischi del gruppo musicale teramano Amelie Tritesse, un nome un programma, che rappresenta la trascrizione dalla lingua d’oltralpe della pronuncia dialettale abruzzese di “me li triterei”.
Le poche righe di cui sopra sono allora l’estratto della title track del secondo disco autoprodotto dalla band e pubblicato il 15 settembre, Sangue di provincia. Il pezzo, scritto come tutti gli altri da Manuel Graziani – giornalista musicale di “Rumore” e curatore, tra le altre cose, della raccolta Andare in cascetta – ha una storia del tutto particolare, perché l’eclettico Graziani lo ha stilato con la tecnica del cut-up, prendendo in prestito dai propri autori, degli estratti delle recensioni ricevute al primo lavoro della band, Cazzo ne sapete voi del rock and roll (del 2011).
La canzone Sangue di provincia è così il manifesto d’intenti di tutto il disco, che alterna storie visionarie ambientate in improbabili bar che diventano location per combattimenti clandestini tra nani, città del mo’ ci ving, mo’ c’arving, mo’ te li ding ‘mbacce a’ li dint, passeggiate tra signore imbellettate sotto i portici per andare a mangiare le paste al caffè del corso la domenica mattina e matrimoni in cui il Montepulciano d’Abruzzo scorre a fiumi, la porchetta è più calorica che mai ma il padre dello sposo non ama per niente il post punk.
Quel post punk “ondeggiante che ha il sapore acre della provincia” e che accompagna tutto il disco, comprese le due canzoni più care a questo blog: Son of Italy e Cristo tra i muratori, ispirate ai rispettivi libri, e alla loro crudele storia, dei due emigranti abruzzesi Pascal D’Angelo e Pietro Di Donato.
Sangue di provincia, il disco, è così un lavoro che affonda le radici nel nostro vissuto e nella nostra storia, facendola a pezzi e brandelli e ricomponendola con toppe di stoffa da sarto in un mondo illuminato da fari abbaglianti nella notte, che mi fa ripensare tanto ai miei amati Offlaga Disco Pax o, meglio ancora, ai Massimo Volume, ma con quel tocco di originalità e quel pizzico di arrabbiatura in più che solo le nostre strade dissestate sanno regalare.
CREDITS
Gli Amelie Tritesse sono: Manuel Graziani (voce narrante + basso e batteria), Paolo Marini (chitarra, voce cantante + tastiera e basso), Stefano Di Gregorio (batteria + basso) e Cristiano Pizzuti (basso + tastiera). Il disco è uscito in edizione limitata di 150 copie numerate (75 cornice bianca, 75 cornice nera) con booklet in cartoncino di 8 facciate. La copertina è di Rino Rossi.
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Gianluca Salustri
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