La mossa Francobaldi (O di come perdere una partita a carte)
La mossa Francobaldi viene data a una particolare situazione ubicata temporalmente, principalmente nell’ultima mano della nobile arte del Giuoco delle Carte italiano. Essa fu ufficialmente declamata dopo anni di attenta osservazione e studio del soggetto da cui prende il nome, visto spesso compiere errori di tipo clamoroso, strano, opposto alla ragione in una disputa dei seguenti giuochi: Tressette, Briscola, Scopa.
In realtà, l’origine della mossa si ebbe in altre e medesime situazioni, spesso nella stessa palestra dei piccoli bar di un paesino qualsiasi del centro-sud Italia, dove le partite a carte sono più che all’ordine del giorno. I protagonisti erano disparati, ma vigeva una regola chiara, anche se non scritta, che nell’arco di una serata prima o poi qualcuno ne sarebbe stato protagonista.
Il nome Francobaldi vuole essere, più che un atto canzonatorio, un omaggio a chi quella mossa l’aveva inspirata. Nello specifico, la sera che fu effettivamente pensata, si giuocava il Tressette in quattro con Cristian, autore della suddetta e compagno d’arme del Señor Severino, barista-giocatore. In quel caso, la mossa consistette nello sprecare diverse mano buone nell’ultima fase di gioco per via di un clamoroso, quanto banale, errore di valutazione. Purtroppo, visto che in quel caso oltre la partita ebbero luogo diversi giri di passatella, il giuoco illegale che annovera bevute di volantini o mezze spine, non rammento altri dettagli.
Fu ripetuta poi una sera di febbraio, questa volta in una sfida di Centocinquantuno tête-à-tête, sempre con protagonista l’amico Cristian, stavolta nel ruolo di giocatore spettatore. Di questa partita posso farvi una scrittocronaca, o cronaca scritta, vista la pericolosità dei neologismi dell’ultim’ora. C’è da ricordare per completezza che la mossa Francobaldi in genere (come in questo caso), si attua all’ultima mano, a volte però, può accadere anche in altre fasi del giuoco, in modo particolare durante una partita a Scopa.
A ogni modo, entriamo nel vivo della partita: la briscola regnante era la fiera spada ed il nostro protagoCristian affrontava Donato di mano, con quattro briscole e un tre di coppa quasi rassegnato a perdere. Donato dal canto suo, aveva cinque carte abbastanza normali, fatta eccezione per un asso di denari e un paio di briscolette minori. Proprio quell’asso di denari fu causa della sua rovina: fatto volle che il caro Donato stesse bramando il tre (sempre di denari), per mangiarlo con l’asso ed avere così una grande e dorata soddisfazione… Pur di raggiungere il suo scopo, prefisso dalle primissime battute, tenne ostinato l’asso fino all’ultima mano, e scartò anche le briscoline che tanto gli sarebbero servite. Il guaio era che Donato, preso dal suo folle piano, non rammentava minimamente che il tre di denari fosse già nel suo mazzo, preso da lui stesso sul re di denari durante l’ormai lontana prima mano. Fu così che la mossa entrò in gioco, Donato scartò tutte le altre carte sulle quattro briscole del Cristian, comprese quelle minori, e aspettò invano quel tre di denari che già aveva in cassa. Trovò invece il tre di coppe e rimase solo con un pugno di mosche.
La Mossa Francobaldi si era rivelata, essa non diventerà mai famosa quanto la Vittoria di Pirro, la Spada di Damocle o il Cavallo di Cesare, ma ha avuto e avrà per sempre una sua storia, le va quindi riconosciuta la dignità di una Peroni e qualche riga!
La mossa di Francobaldi è un racconto di Alessandro Fantauzzi.
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