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Pensiero breve sull’orgoglio operaio del mio paese

Ho fatto vedere a mio padre le foto dei ponti di Reggio Emilia progettati da Calatrava. Tre grandi strutture che si stagliano nel panorama piatto della bassa. Se li vedi di notte pare quasi di non stare in Italia per quanto son illuminati. E non pare di stare nemmeno su quella via Emilia in cui Tondelli provava a indovinare, perdendo la scommessa con se stesso, il numero di bar aperti di notte da lì fino a Parma.

Ma a mio padre, di quell’architetto, è importato poco. Non ne ha voluto per niente celebrare la moderna magnificenza, e nemmeno prendersela per quella sua grande opera incompiuta alle porte di Roma che gli ho mostrato poi. Il suo orgoglio operaio invece ha detto altro, e ha fatto tirar fuori dal cassetto vecchie foto di altri ponti. Quelli che lui e la sua generazione hanno costruito tra Genova e Gravellona Toce quando io e i miei pari età avevamo anni che si contavano sulle dita di una mano. Ponti che saranno pure solo orrende colate di cemento fatte a quaranta metri alla volta sul carroponte senza badare troppo alla bellezza, ma che dentro le armature nascondono ferro piegato a mano, sudore della fronte e cicche di Marlboro sputate qua e là mentre si raggiungeva un nuovo pilone.

E poi ecco, ho pensato che oggi la gente del mio piccolo paese di ponti e di gallerie così ne costruisce ancora. Ci saranno sicuramente trivelle e macchinari più moderni, è vero. Ma quell’orgoglio operaio, oggi, è lo stesso che si ritrova sulla Variante di valico, a Brescia come a Catanzaro. E anche all’estero. Nell’Europa dell’est come in Algeria, in Nepal come in Africa, valicando confini che non interessano più solo la geografia ma cambiano anche la fisionomia dei sentimenti.

E fa un po’ di amaro a pensarci a quanti chilometri abbiano dovuto percorrere questi uomini solo per avvicinare delle distanze altrui. Ma in tempi come questi, in cui è molto più facile parlare di “cervelli in fuga” e di “governi del fare” be’, se proprio dovessi togliermi il cappello davanti a qualcuno oggi, io, senza starci lì a pensare troppo, lo farei con loro.

Gianluca Salustri

Gianluca Salustri

Abruzzese forte e gentile. Redattore e curatore di contenuti con penna e tastiera. Dal 2006 nel mondo dell'editoria e della comunicazione. Il profilo completo lo trovi in bio.
Gianluca Salustri
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