Risate abruzzesi su Facebook. 5 pagine da seguire nel segno dell’ironia
Alla base di tutto ci sono ilarità e spensieratezza. Poi un po’ di sano campanilismo. E per finire del genio applicato alla gestione di community sempre più numerose. Nelle ultime settimane ho deciso di seguire da vicino alcuni tra i fenomeni social del nostro amato Abruzzo, in particolare quelle pagine ironiche, e spesso irriverenti, che giocano sui luoghi comuni, i pregi e i difetti della regione che va dal mare alla montagna e i suoi abitanti.
Ne è uscito fuori uno spaccato realmente divertente, dove il re incontrastato rimane sua maestà l’arrosticino, con grandi coprotagonisti Rocco di Ortona, il senatore Razzi, la genziana (e gli altri liquori tipici d’Abruzzo), il dialetto (nelle diverse forme in cui è declinato sulle quattro province) e tanto altro su cui, per fortuna, è ancora possibile scherzare, comprese le Marche e il Molise. Ma andiamo con ordine.
Risate abruzzesi
I primi a credere nelle potenzialità della viralità ironica sui social sembra siano stati i tipi della redazione di Cityrumors. La loro pagina Risate abruzzesi è infatti quella che ad oggi conta il più alto numero di fan tra tutte quelle prese in esame, e per capire il fenomeno basti considerare che la pagina “divertente” ha il triplo dei follower di quella del giornale online che la “ospita”. Un dato che aiuta a sostenere la tesi di come il pubblico di Facebook sia abituato a stare sui social anche e soprattutto per rilassarsi, e meno per approfondire. Il meccanismo di Risate abruzzesi è semplice: foto prese dal web, balloon a mo’ di fumetto in cui vengono inserite barzellette rivisitate in chiave abruzzese e il gioco è fatto. Ai follower, in questo caso, poco importa dell’aspetto grafico scarsamente professionale; quello che conta, piuttosto, è riconoscersi in una battuta tipica della nonna pronunciata da Cenerentola o in qualsiasi altra immagine strappa risate da inviare subito nel proprio gruppo WhatsApp. D’altra parte sono gli stessi gestori ad avvertire: “L’unico scopo di questa pagina è divertire e a volte informare”.
L’Abruzzese fuori sede
La sfida a colpi di like e adesivi sorridenti su Facebook, lo avrete capito, si gioca molto sulle immagini meme, quelle foto con testo a caratteri spesso cubitali che aiutano a far passare il messaggio in maniera più performante del semplice aggiornamento di stato. Preparare un meme non è difficile, sia che si sappiano usare programmi di grafica sia che si opti per gli strumenti online. Più difficile è renderli accattivanti e virali. È qui che si ha bisogno di una spiccata dote creativa. Quella che non sembra mancare all’Abruzzese fuori sede, che qui ci immaginiamo studente eternamente fuori corso e alle prese ogni volta con il dover spiegare ai suoi compagni che no, l’Abruzzo non è una regione vicino Roma, ma uno state of mind. Sia quel che sia, l’Abruzzese fuori sede, dalla sua posizione privilegiata, è l’unico a poter teorizzare in maniera inconfutabile che: “l’abruzzese parla male dell’Abruzzo quando sta in Abruzzo, ne parla come fosse il Paradiso quando non sta in Abruzzo”. E non stupitevi poi, se un giorno vi troverete a chiedergli un’informazione sentendovi rispondere solamente “di chi si lu fije?”.
Abbruzzo di Morris
L’Abruzzese fuori sede ha un’altra caratteristica, quella di sfruttare gli eventi sulla piattaforma per coinvolgere gli utenti nella discussione attraverso i sondaggi. Se c’è qualcuno però che ha fatto degli eventi la propria ragion d’essere quello è senz’altro Morris, quello dell’Abbruzzo rigorosamente con due b. Tutto nacque nel giugno del 2015 con lo sheep storm verso la pagina della nazionale islandese rea di aver privato il Pescara del suo pupillo Bjarnason durante la finale dei play off con il Bologna. Da quel giorno Morris è diventato un’istituzione del mondo social regionale: a lui si sono appellati tutti quelli che si sentivano offesi per la sagra degli arrosticini celebrata a Roma e da lì è nato l’evento Arrostiland, questa volta con partecipanti in carne e ossa. Un momento di aggregazione di tanti giovani e meno giovani nel segno del sacrificio delle pecore e con buona pace dei vegani, che ahiloro, c’è da ammetterlo, sono un po’ troppo bistrattati da tutte le pagine prese in esame qui.
Falce e rostello
Se Morris ha dimostrato di saperci fare parecchio, passando dal web al reale in maniera del tutto naturale, coinvolgendo e convertendo tutto il successo virtuale accumulato, altrettanto bene in questo senso lavorano quei geni di Falce e Rostello. L’immaginario della vecchia propaganda comunista utilizzata in chiave ironica è uno dei temi più apprezzati su Facebook – come non amare la pagina Peroni e Socialismo ad esempio – e Falce e Rostello ne fa certamente un uso consapevole. “Ma che compromesso, ma che astensione, l’unica via è la Rivoluzione, Abruzzesi di tutto il mondo unitevi!”, dicono, e allora anche a tutti voi sarà concessa l’opportunità di scaricare la tessera ufficiale del partito e di supportare la causa del socialismo rivoluzionario abruzzese attraverso l’acquisto di una serie di maglie e t-shirt al motto di “Sei un vero abruzzese se quando conti le pecore non ti viene sonno ma appetito”.
Do you speak l’abbruzzese
C’è un’altra pagina con una causa altrettanto nobile da difendere. È quella di Do you speak l’abbruzzese?, che “si prefigge come obiettivo quello di mantenere invariato il tasso di scolarizzazione globale, a favore dell’uso e abuso della lingua abruzzese”. Decidete voi quante b usare in questo caso, ma se volete partecipare alla battaglia, preparatevi anche voi a diffondere una serie interminabile di hashtag in dialetto che solo a trascriverli c’è il rischio di non capirci più niente. E se non vi fidate di una pagina che usa l’inglese per farsi conoscere potrete sempre rimediare su Si scrive Abruzzo, si legge: dove il resto, magari, potrete aggiungerlo direttamente voi.
Mi sono perso qualcosa? Ci sono altre pagine che meriterebbero di essere menzionate? Dimmelo nei commenti!
Gianluca Salustri
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