Santo Stefano di Sessanio. A spasso nella storia d’Abruzzo
Può un paese di 120 abitanti regalare ai suoi visitatori un’esperienza da ricordare e delle ore di piacevole sintonia con l’aria che lo circonda?
Sì, se questo paese si chiama Santo Stefano di Sessanio, un luogo che solo negli ultimi anni, grazie anche al lavoro di recupero dell’imprenditore italo-svedese Daniele Kihlgren, è entrato a far parte dei circuiti turistici più famosi, ma che mantiene intatto tutto il gusto di un Abruzzo piccolo e allo stesso tempo accogliente.
Il paese di Santo Stefano di Sessanio si trova a pochi chilometri dall’Aquila e rappresenta l’ingresso meridionale del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga; per raggiungerlo comodamente in auto dal capoluogo basta percorrere la Statale 17, la strada immortalata da Francesco Guccini nell’omonima canzone contenuta nell’album Folk Beat n.1, e poi salire lungo la strada provinciale per Santo Stefano, Calascio e Castel del Monte.
Il viaggio, c’è da dirlo, assume un diverso connotato dopo che il terremoto ha colpito L’Aquila e il territorio della sua provincia il 6 aprile del 2009. Non c’è paese lungo la strada che non porti i segni di quella notte e le sensazioni da provare lungo il tragitto sanno di tristezza, che ben presto, però, vengono ricolorate dal paesaggio circostante e dalle vedute mozzafiato dell’altipiano aquilano una volta raggiunto l’obiettivo del nostro tour. La stessa Santo Stefano porta addosso cuciti i segni del terremoto, con la splendida Torre Medicea crollata il 6 aprile e ora finalmente in fase di ristrutturazione.
E proprio attorno alla Torre è costruita la parte di origine medievale del borgo, un agglomerato di piccole costruzioni e cantine che da qualche anno a questa parte sono tornate a vivere grazie alla presenza di artigiani, piccoli commercianti di prodotti tipici e ristoratori della zona. Passeggiare lungo i vicoli e le piazzette di Santo Stefano può diventare così da subito una piacevole esperienza tra gli antichi mestieri e i più diversi sapori, con lo zafferanno della piana di Navelli e le lenticchie coltivate in tutto il circondario a fare da apripista a tanti altri prodotti tipici come il miele o i formaggi, per arrivare poi fino alla Genziana, ottimo liquore con cui scaldare le giornate più fredde dell’anno.
Un giro a Santo Stefano di Sessanio però non basta a rendersi conto del tesoro di inestimabile valore storico e naturalistico della zona. A pochi chilometri infatti è assolutamente da raggiungere Calascio e da lì, dopo una breve passeggiata a piedi, la sua Rocca, che costruita attorno all’anno 1000 e situata a 1460 metri sul livello del mare, è una delle più alte di tutto il nostro paese. La vista dalla Rocca è realmente di quelle mozzafiato e non a caso l’ambiente è stato scelto da diversi registi che hanno scelto questi posti per le ambientazioni dei propri film, due fra tutti Ladyhawke (con Roger Hauer e Michelle Pfeiffer) e Il nome della Rosa (con Sean Connery).
A Rocca Calascio, sotto l’antica torre, è anche possibile soggiornare nelle stanze e negli appartamenti dell’albergo diffuso restaurati all’interno di diverse case del vecchio borgo e durante tutto l’anno è possibile prenotare escursioni nei borghi medievali vicini (da non perdere assolutamente Castel del Monte), sulle montagne del Gran Sasso o nel Parco Nazionale, a piedi o anche in mountain bike.
Da L’Aquila a Rocca Calascio dunque, passando per Santo Stefano, non c’è che da godere di una natura e di una storia capaci in questi luoghi di fondersi insieme per regalare emozioni, colori, ricordi e sapori unici.
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Gianluca Salustri
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