Transiberiana d’Italia. In Abruzzo si va in treno sulle alte cime.
Qualche settimana fa la Federconsumatori abruzzese ha pubblicato la quarta edizione del Libro nero delle ferrovie regionali, un dossier dettagliato sulla criticità del sistema di trasporto su rotaie dell’intera regione. All’interno del documento è facile leggere dei disservizi e delle anomalie che rendono il viaggio in treno in Abruzzo quanto di più lontano dalla modernità. La Regione sembra ancora incapace di farsi rispettare da Trenitalia nonostante abbia disdetto il contratto in essere in vista della prossima gara d’appalto europea e, in alcuni casi, i tempi di percorrenza da una città all’altra sono addirittura aumentati rispetto a qualche decennio fa.
Basti pensare ad esempio che nel 1970 il tempo minimo impiegato per collegare Pescara a Roma (una tratta che costa alla Regione 20 milioni di euro all’anno) era di tre ore e tre minuti e oggi, in media, per percorrere la stessa linea si impiegano quattro ore. A poco servono le rassicurazioni e le critiche espresse dai vertici di Trenitalia stessa per confutare i dati del Libro nero; i cittadini e i pendolari abruzzesi sanno che ormai il treno perde quotidianamente colpi rispetto ad altri servizi di trasporto regionali come gli autobus dell’Arpa o di altre compagnie private. I costi in questo caso aumentano, ma di certo c’è l’arrivo a destinazione in tempi meno biblici contro il rischio di rimanere bloccati su linee che non vengono ammodernate ormai da decenni.
La transiberiana d’Italia
È in questo contesto però che emerge una delle attività di promozione turistica più interessanti fatta registrare in Abruzzo nell’ultimo periodo. Si tratta di alcune iniziative che mettono al centro proprio delle tratte ferroviarie antiche e quasi abbandonate sui cui, grazie al lavoro fondamentale di comitati cittadini spontanei sono tornati a transitare treni d’epoca in grado di richiamare turisti e appassionati dal Belpaese e dall’estero. Non tutti ad esempio sanno che tra Abruzzo e Molise esiste, e cerca di resistere, quella che viene definita la Transiberiana d’Italia, una linea che collega Sulmona a Isernia e che nella stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo tocca i 1262 metri sul livello del mare, che le consentono di farsi ricordare come la seconda stazione più alta d’Italia dopo quella del Brennero (1371 m).
La Transiberiana d’Italia, con stazioni intermedie anche a Roccaraso e Castel di Sangro, è stata privata del traffico su rotaia dal 2011, ma da quel momento in poi hanno iniziato a transitare sulla linea treni turistici che hanno convogliato nello stupendo panorama montano già migliaia di “clienti”. A tali iniziative ne sono legate altre in ambito di promozione sul web, con canali social dedicati e concorsi fotografici in grado di far crescere l’attenzione su un vero e proprio tesoro nascosto (cercate in giro l’hashtag #nonperdiamoquestotreno per farvi un’idea). Il prossimo viaggio sulla tratta, previsto il 26 dicembre con un convoglio organizzato per raggiungere la XV edizione del Presepe Vivente di Carovilli, ha fatto registrare il tutto esaurito in poche ore, e l’unica possibilità di poter viaggiare a bordo delle vecchie carrozze è ora legato appunto a un contest fotografico su Instagram.
Altra linea altra corsa
Cambiamo confine interregionale. Siamo ora nella Valle Roveto, in provincia dell’Aquila e al confine della Ciociaria. Anche qui esiste una linea storica con un progetto ingegneristico di assoluto rilievo. Parliamo della Avezzano-Roccasecca, inaugurata a ridosso del secolo scorso e che misura una lunghezza totale di 79 km. Anche in questo caso gli scenari sono mozzafiato, con un’altezza sul livello del mare sensibilmente più bassa, ma con un altrettanto complesso sistema di gallerie che mostra agli occhi di tutti l’opera dell’ingegno umano. La tratta Avezzano-Roccasecca è stata “re-inaugurata” il 16 novembre da un treno a vapore dopo essere rimasta chiusa per circa due anni a causa di urgenti lavori di manutenzione.
In realtà l’ammodernamento della linea è stato effettuato solo dopo un duro lavoro svolto dal comitato Salviamo la linea Avezzano-Roccasecca, che è riuscito a tenere alta l’attenzione nelle popolazioni e a scongiurare il definitivo abbandono della linea da parte di Trenitalia e Rfi. Ora i 79 chilometri sono di nuovo e totalmente coperti dai treni interregionali, mezzo essenziale per il collegamento di alcuni paesini dell’entroterra, e la festa del 16 novembre, tra prodotti tipici locali distribuiti alle stazioni e fumo del treno a vapore, è servita a far riscoprire la necessità vitale di chi ancora si muove in treno e, nello stempo tempo, le bellezze tutte del territorio.
C’è da dire ora che quanto tutto questo possa valere in numeri, presenze e incassi delle strutture ricettive è ancora tutto da verificare in futuro, ma è indubbio di come l’impegno in questo senso non possa far altro che portare risultati di eccellenza a livello di visibilità e coinvolgimento. Con buona pace dell’alta velocità e dei treni superveloci che in Abruzzo, c’è da scommetterci, rischiamo di non vedere mai.
Gianluca Salustri
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Il team di #NonPerdiamoQuestoTreno ringrazia e festeggia i successi della linea Avezzano-Roccasecca, ci auguriamo che anche la Carpinone-Sulmona possa avere egual fortune dopo le recenti notizie riguardanti la Cuneo-Nizza salvata da un fondo europeo ed un accordo transnazionale.
Come sottolineato nell’articolo, il nostro obiettivo è l’aumento della diffusione mediatica basata sui mezzi di comunicazione.
Petizioni online, canali social, giornali ma anche tv e radio nazionali ed estere, i risultati sono evidenti.
Attendiamo il sostegno di chiunque decida, aggiungiamo finalmente, di mettere da parte campanilismi di Regione per un lavoro di salvaguardia della ferrovia come patrimonio NAZIONALE.
I vantaggi possono essere tangibili solo se ai ricavi immediati si preferiranno i benefici costanti in grado di stimolare consapevolezza.
Non c’è e non ci deve essere chi si ritiene usurpato di diritti d’autore sull’impegno alla tutela della transiberiana, è importante essere propositivi e soprattutto concreti.
Non perdiamo questo treno non è solo una campagna per una ferrovia, è una grande occasione per cooperare.
In carrozza!