Andare in cascetta. Racconti mignon di musica analogica
Il mio amico Nello Nino fa il dj da una vita. È uno di quelli che si è fatto le ossa sui vecchi Technics 1200 e che ancora oggi pratica la nobile arte del vero mixaggio dal vivo ogni qualvolta gli viene richiesto di far ballare una compagnia vogliosa di buona musica. Ed è, tra le persone che conosco, quello con la più grande conoscenza musicale che io abbai mai incontrato. Roba che quelli di Shazam, in confronto, sono dei pivelli.
Ecco, Nello Nino è la prossima persona a cui consiglierò di leggere il libro oggetto di questo post (sì ok, probabilmente glielo presterò sperando che mi torni indietro, un giorno, invece di rimanere in bella mostra sui suoi scaffali pieni di 33 giri). Perché questo libro è una piccola reliquia che Nello Nino deve avere nella sua collezione. E come lui devono averlo tra le mani tutti gli amanti della lettura e nostalgici della musica con la M maiuscola.
Ok scusate, forse è il caso che dopo quasi mille caratteri spazi inclusi vi dia almeno il titolo e qualche informazione in più seguendo la regola delle cinque W del “buon giornalista” che io non sono.
E allora eccolo il libro che vi voglio segnalare oggi: Andare in cascetta, raccolta di “tredici microracconti di musica analogica” a cura di Manuel Graziani, teramano, firma musicale di «Rumore» e svariati altri progetti letterari, nonché leader della band Amelie Tristesse (a tessere le fila del libro, insieme a lui, anche Maximiliano Bianchi).
Andare in cascetta è un prodotto voluto fortemente da Manuel, un libro artigianale e delizioso nella presentazione, un’autoproduzione (si può acquistare qui) curata nel dettaglio, con copertina in pieno stile “underground” di Fabrizio Sannicandro e una sana voglia di divertirsi con la scrittura attorno al sacro oggetto del desiderio di qualche decennio fa: la musicassetta, più comunemente chiamata cassetta. Tredici tra giornalisti musicali e scrittori sono stati così chiamati a raccolta non per “un’opera di nostalgia”, ma per omaggiare una stagione e una fase della vita di ognuno degli autori che è difficile riproporre oggi ai tempi di formati audio volatili.
Ecco allora spuntare in sequenza Alice Cooper, Velvet e Ramones, Iggy Pop e “misteriore B-side di cui anche gli autori si erano scordati”, i boss della Rca di Roma e persino un Claudio Lolli d’annata. E poi ancora il dj che tutt’oggi imperversa tra un bar e l’altro dell’ascolano (no, non è Nello Nino), gli amori conquistati (o finiti) per una giusta (o sbagliata) selezione registrata su una TDK da 90 minuti e i sogni interrotti di band punk da cantina.
Tutto in sequenza come in un nastro registrato. Tutto da leggere e da ascoltare un pezzo alla volta senza interruzioni. Anzi sì, una, quella necessaria a capovolgere la cassetta sui vecchi mangia nastri!
Andare in cascetta. La Playlist
Il nostro uomo di Maurizio Blatto; Punk agricoli di Maximiliano Bianchi; Oggi è troppo tardi di Matteo Di Giulio; Quel bastardo di Mike Patton di Carlo Cannella; C60 di Gianni Miraglia; Autoreverse di Simone Lucciola; Mo’ ti faccio piangere di Manuel Graziani; Me la fai una cassettina, dj? di Andrea Bentivoglio; Spiritual di Vittorio buongiorno; El Funky barboncin di Ricky Russo; Pugno chiuso, e cassetta rossa di Maurizio Di Fazio; A Plegine Supreme di Andrea Valentini; 1989 di Gianni Solla.
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Gianluca Salustri
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