Appennino casa – Un estratto da Infinito restare
Gioco di magia: chiudo gli occhi e li riapro su vista nuova. Si parte e si torna insieme. Abbracciare Filippo. A nord la neve ghiaccio brilla col sole del mattino. I cerri e le roverelle perdono foglie ormai secche. La strada non brucia agli occhi, non morde ai talloni. È solo un lungo infilare di passi, qualcuno racconta. Laghetto vista Laga. Rifugi abbandonati, vandalizzati dai cavalli e perciò cavallizzati. Stagione fredda, caldo primaverile. Cortocircuito. Sorridere nei selfie, sorridere nelle foto di gruppo, ridere alle battute di Antonio che sdraiano come ganci di Tyson. Pranzare insieme: salame e frittata. Genziana e panettone. Mandarini e caffè. Forse acidità.
Procedere lento, ma in gruppo. Non più solo, almeno qualche giorno. Si parte e si torna insieme, sempre che Nino Appennino non si perda. Procedere lento su grosse pagnotte, nelle vallette di quota che si formano. Armando dice: «Siamo sul monte Ciambella». Accumuli è terremoto nella testa. Pantani di Accumuli è speculazione, distruzione di ambiente naturale, tutto ciò che non dovrebbe essere la montagna. Comunità resistono ai barbari col denaro e la cravatta. Pantani di Accumuli è bellezza glaciale e improvvisa alla vista. Laghetti vista Sibillini in scioglimento. Acqua viva, ghiaccio vivo, vivi noi. Ancora.
Ai Pantani di Accumuli Regione Lazio e Comune vogliono costruire una struttura ricettiva. Un “rifugio” lo chiamano, ma in realtà diventerà un albergo a tre piani in un sito di interesse comunitario e in una zona speciale di conservazione, dall’altissimo valore paesaggistico e naturalistico. Qui vige un delicatissimo equilibrio fra pascolo e habitat. Se ciò non bastasse, hanno intenzione anche di cementificare la strada che raggiunge i Pantani, da secoli un tratturo pastorale. Attorno, rifugi esistenti cadono a pezzi. Da due anni un coordinamento di associazioni, comitati, collettivi e cittadini si batte contro questa sciagurata intenzione che incarna l’idea di montagna che non vogliamo e che non serve agli Appennini. Per questo siamo al fianco di chi resta, di chi resiste.
Appennino casa. Appennino soprattutto vita. Appennino resiste, è accoglienza diffusa e stare bene. Arianna erbe magiche e stare insieme. È cantare davanti al camino le canzoni dei padri – col nocino dei padri – perché il tempo non è passato. Appennino montagna viva, comunità viva fra macerie – serve cercarla. Vite diffuse capaci di coagulare in quota. Assemblea in cammino. Appennino si parte e si torna insieme. Si lotta. Ci si dissolve nelle vite di tutti i giorni e poi ogni tanto ci si ritrova.
Si torna.
Qualche riga d'Abruzzo
Latest posts by Qualche riga d'Abruzzo (see all)
- Cronache di un abruzzese d’America. L’introduzione - 25 Febbraio 2023
- Appennino casa – Un estratto da Infinito restare - 27 Settembre 2022
- Vito Taccone. Biografia di un pastore diventato campione - 4 Febbraio 2022