Lottavamo per il pane e per la libertà. La recensione di Vincenzo Pizzoferrato
L’ultimo lavoro del prof. Edoardo Puglielli, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi dell’Aquila, può definirsi un compendio, preciso e dettagliato, della vita degli Italiani in uno dei periodi più importanti dall’Unità d’Italia.
Con il titolo Lottavamo per il pane e per la libertà. Antifascismo, Resistenza, Liberazione e dopoguerra a Pratola Peligna, l’autore, utilizzando, anche, le sue conoscenze storiche derivanti dagli studi e dalle ricerche di precedenti pubblicazioni, percorre con dovizia e attenzione il periodo che va dalla fine della Prima guerra mondiale all’inizio degli anni sessanta del secolo scorso; egli approfondisce tutti gli aspetti e si sofferma sulle motivazioni e sulle cause che portarono alla instaurazione del fascismo, alla lotta contro quel regime autoritario, alla guerra, alla resistenza, alla liberazione dell’Italia e, in ultimo, alla fase di ricostruzione.
Il libro vuole essere un lungo viaggio attraverso fatti e avvenimenti che segnarono pesantemente la vita e i comportamenti di due generazioni.
Gli argomenti trattati, che interessano specificatamente situazioni locali e cioè Pratola Peligna, città natale del Puglielli, e circondario, si allargano e assumono un carattere generale. Gli aspetti localistici si armonizzano con quelli nazionali, per cui la microstoria diventa storia e viene portata all’attenzione del lettore che, spesso, non la conosce o l’ha dimenticata.
Il libro, ben costruito e molto documentato, si fa leggere tutto d’un fiato. L’autore ha attinto documenti e atti da archivi pubblici e privati, ha visionato libri locali e di rilevanza nazionale, ha consultato riviste e giornali dell’epoca e ha ascoltato testimonianze di contemporanei. L’opera può definirsi come excursus di storia, incentrato su vicende e personaggi che hanno determinato, in un periodo di circa cinquant’anni, la vita sociale, politica, amministrativa ed economica di Pratola Peligna, personaggi e fatti che le nuove generazioni non conoscono o conoscono parzialmente.
Lo stile, chiaro e scorrevole, rende il libro di facile lettura e agevolmente assimilabile e stimola il lettore predisponendolo all’interesse e alla curiosità, invogliandolo ad approfondire gli argomenti trattati e, quindi, a conoscere un pezzo di storia importante e fondamentale del proprio territorio e della nazione.
Il libro si compone, sostanzialmente, di tre parti e cioè:
- fascismo e sue radici, antifascismo;
- guerra, Resistenza e Liberazione;
- dopoguerra.
Il collante tra i capitoli del libro, oltre dall’ordine cronologico dei fatti e avvenimenti, è dato da un filo conduttore, non visibile ma percepibile, legato alla idealizzazione dei valori di democrazia e libertà anche attraverso la lotta e la sofferenza di singoli o di intere collettività.
Nella prima parte del libro emerge la figura del pratolano Luigi Meta, anarchico, commerciante e autodidatta, che per l’intera vita combatté il fascismo, in patria e all’estero, con tutta la sua forza, con i comportamenti e con le profonde riflessioni espresse in libri e articoli di stampa.
Tenendo ad esempio le azioni e le vicissitudini dell’antifascista Meta, l’autore descrive dettagliatamente i fatti e le motivazioni di ordine politico, economico e sociale che portarono alla instaurazione del fascismo in Italia e si sofferma sulle lotte sindacali che portarono a scioperi e agitazioni per il lavoro, repressi dalle autorità, spinte dagli industriali e dalle associazioni agrarie; alla repressione si accompagnarono le prime azioni violente del nascente fascismo. Puglielli esplora in profondità la situazione e analizza le cause e i comportamenti delle forze politiche e dei partiti, spesso confusi e contraddittori, che portarono alla sconfitta della classe operaia.
Le radici del fascismo e dell’antifascismo a Pratola sono osservati con attenzione dall’autore; egli, attraverso una notevole mole di documentazione, fa emergere uno strato cittadino, che pur legato alle attività e all’economia prettamente agricola, come da antiche abitudini e consuetudini, manifesta una grande vivacità sociale e democratica. A Pratola, avente la popolazione di poco più di 10.000 abitanti, le forze lavoratrici, già dall’inizio del Novecento e dal primo dopoguerra, erano organizzati in partiti (socialista, comunista, anarchici) e in associazioni (lega dei contadini, lega proletaria).
Nella scrupolosa descrizione dei fatti, l’autore elenca i nomi di coloro che si impegnarono nelle attività politiche e sociali; si rimane meravigliati del numero elevato di cittadini attivi nella difesa dei valori e degli ideali democratici!
Il maggior personaggio dell’antifascismo pratolano e della zona Peligna fu l’avvocato Rocco Santacroce. L’autore ne percorre la vita, ne studia attentamente il pensiero, i comportamenti e le azioni politiche.
Gli anni della Seconda guerra mondiale, della Resistenza e della Liberazione sono studiati attentamente attraverso numerosi documenti dai quali traspaiono le sofferenze della popolazione; numerosi furono i morti e i feriti, consistenti furono i danni provocati dalle mine e dalle mitragliatrici tedesche e dalle bombe aeree degli alleati.
Puglielli descrive i fatti e gli accadimenti mettendo in evidenza l’impegno e il coraggio di tanti cittadini che, sprezzanti del pericolo derivante dalla occupazione tedesca, parteciparono alla lotta in più modi: formando gruppi di partigiani, aiutando e sostenendo i militari alleati che erano fuggiti dal campo di concentramento di Fonte d’Amore, e partecipando direttamente alla guerra arruolandosi alla Brigata Maiella che con l’esercito alleato combatteva le forze tedesche. Giustamente, l’autore, lascia ampio spazio alla Brigata Maiella, alla quale aderirono volontariamente 108 giovani pratolani; di questi 5 caddero in combattimento e altri furono feriti.
La terza parte del libro affronta le tematiche legate alle lotte sociali nel secondo dopoguerra. L’autore esprime il meglio di sé e manifesta tutta la sua competenza di attento studioso dei fenomeni sociali, economici e politici. L’opera di ricostruzione dell’enorme tessuto urbanistico e produttivo distrutto, la necessità di risolvere i gravi problemi legati alla disoccupazione già apparsi prima della guerra, l’urgenza di affrontare i problemi dell’agricoltura dove operavano ancora vecchi istituti giuridici, quali la colonia e la mezzadria, tennero impegnati i primi governi costituiti alla fine della guerra.
Numerose furono le iniziative e le lotte sindacali a difesa del diritto al lavoro, tanti furono gli scioperi di operai, contadini e disoccupati. Molto spesso le manifestazioni venivano pesantemente represse dalle istituzioni, come accadeva prima del Fascismo.
Il libro è ricco di fotografie significative inedite e di documentazione giornalistica.
In conclusione, l’autore di questo pregevole libro merita sicuro plauso e sincero apprezzamento per lo slancio e la passione con cui si è impegnato.
Vincenzo Pizzoferrato