Cunicoli di Claudio

Dei Cunicoli di Claudio. E del prosciugamento del Fucino.

Quando mi chiedono da dove vengo non è sempre facile far localizzare agli occhi di chi mi ha fatto la domanda il luogo esatto. “Vengo dall’Abruzzo”, “provincia dell’Aquila”, “vicino Avezzano”, “Do you know Capistrello?”. Niente, nella maggior parte dei casi, se chi sta dall’altra parte della conversazione non ha mai solcato queste terre o non ha parenti o amici che possono vantare una casa per le vacanze dalle mie parti (sembrerà strano ma uno su due è stato almeno una volta a Tagliacozzo a Scurcola Marsicana), non mi resta che una strada: quella di raccontare qualcosa che distolga l’attenzione sul fatto che Capistrello sia un paese pressoché sconosciuto.

Ingresso dei cunicoli di Claudio - Versante di Avezzano

Ingresso dei cunicoli di Claudio – Versante di Avezzano

Il più delle volte mi ritrovo dunque a parlare di Arzibanda, il festival che mi pregio di organizzare insieme ad altri matti amici miei ogni anno, e in altri casi mi butto sulla storia. Sì, perché nonostante il mio borgo non sia menzionato su guide del Gambero Rosso, itinerari turistici d’eccellenza o manuali enciclopedici, qualcosa di interessante da raccontare ce l’ha. E, in particolare, quello di essere stato il territorio protagonista di una delle opere di ingegneria più grandi che l’Italia possa vantare. Sì, perché sotto le montagne che circondano Capistrello esistono e resistono da secoli quelli che sono chiamati i Cunicoli di Claudio, serviti, attenzione attenzione, a prosciugare quello che una volta era il terzo lago più grande d’Italia.

Il prosciugamento del Fucino

L’opera di ingegneria idraulica approntata inizialmente dall’imperatore Claudio nei primi decenni dopo Cristo infatti, è stata successivamente utilizzata dal principe Alessandro Torlonia per prosciugare il lago del Fucino, posizionato a circa 700 metri di altezza dal livello del mare nell’attuale omonima Conca dove, oltre alla presenza del Telespazio, si può vantare oggi la più grande area coltivabile del centro Italia. Un’area che dà vita tra le altre cose alle famose “patate di Avezzano” che fanno capolinea in diverse linee di supermercato del Belpaese e che creano una certa ilarità ogni qualvolta ci viene presentata appunto una giovane avezzanese costretta a sorbirsi gli scontati paragoni ortofrutticoli. Ora, sorvolando sul fatto che Torlonia grazie a questa genialata è diventato il proprietario terriero più importante dell’ottocento, la storia del prosciugamento del Fucino, come già accennato, è una vicenda lunga secoli e rappresenta una tappa importante nelle vicende di tutta la Marsica; in primis ovviamente per tutti quei giovani che, costretti oggi ad arare e zappare quotidianamente, si chiedono quanto sarebbe stato bello poter essere invece proprietari di strutture ricettive e accogliere ogni anno orde di turisti tedeschi e, secondo poi, perché se non fosse stata portata a termine avrebbe risolto comodamente il problema posto all’inizio di questo post con un bel “Vengo dal Fucino, il lago… you know?”.

Lago del Fucino

L’immagine riprende il Lago del Fucino nel comune di Trasacco

A non voler sminuire ulteriormente la storia del prosciugamento e l’importanza storica dei Cunicoli di Claudio però, c’è da evidenziare come negli ultimi anni ci sia stato un certo risveglio nelle coscienze delle popolazioni e delle amministrazioni che vivono questo territorio. I Cunicoli di Claudio infatti, nonostante la loro importanza, sono abbandonati al loro destino da decenni e poche sono state le opere a tutela dell’opera o votate a un incremento del turismo archeologico. Gli unici a poter varcare le soglie dei cancelli chiusi sono stati per anni solo gli spericolati speleologi e i comuni mortali non hanno potuto far altro che approfittare delle rare aperture e visite guidate proposte purtroppo con il contagocce.

Un nuovo protocollo d’intesa per la valorizzazione

Ora però sembra che qualcosa stia cambiando, almeno nelle intenzioni, perché è notizia di pochi giorni fa della firma di un protocollo d’intesa tra Regione Abruzzo, Gal Gran Sasso Velino, Soprintendenza per i Beni Archeologici, Consorzio di Bonifica del Fucino e comuni di Avezzano, Luco dei Marsi e Capistrello, per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico e archeologico dell’opera. La notizia dunque è quella che le amministrazioni hanno deciso di puntare in direzione di uno sviluppo turistico storico e sostenibile da legare anche alla presenza sul territorio marsicano delle meraviglie romane di Alba Fucens. Quello che c’è da sperare ora è che, abituati come siamo ai tempi dell’amministrazione pubblica in Italia, non ci sia da aspettare altri secoli prima di poter dire a un tedesco di passaggio che “Sì, ora i Cunicoli sono finalmente visitabili”.

Gianluca Salustri

Gianluca Salustri

Abruzzese forte e gentile. Redattore e curatore di contenuti con penna e tastiera. Dal 2006 nel mondo dell'editoria e della comunicazione. Il profilo completo lo trovi in bio.
Gianluca Salustri
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