John Fante Festival

John Fante Festival. 5 domande alla direttrice Giovanna Di Lello

Anche quest’estate, come da undici anni a questa parte, si svolgerà a Torricella Peligna il Festival “Il Dio di mio padre”, l’evento letterario dedicato alla figura di John Fante che ha luogo nel piccolo borgo abruzzese da cui i genitori dell’indimenticato scrittore partirono alla volta degli Stati Uniti a ridosso dei primi del 900.

L’undicesima edizione avrà luogo dal 19 al 21 di agosto e per cercare di circostanziare in maniera più dettagliata quanto e come si muove l’organizzazione di un evento unico nella nostra regione, ho pensato bene di rivolgere qualche domanda a chi di questo festival rappresenta la colonna portante. Sono contento così che la direttrice artistica Giovanna Di Lello sia stata così gentile nel rispondere a questi piccoli quesiti, svelandoci i pregi e alcuni retroscena della festa che ogni anno è capace di rimettere al centro dell’attenzione i temi fantiani tanto cari a un numero sempre maggiore di lettori.

John Fante Festival

John Fante Festival. Nel 2015 con Eugenio Finardi.

Partiamo dalla fine. Che edizione sarà quella di quest’anno senza Dan?
La XI edizione si caratterizza per la triste assenza di Dan. Un’assenza che non potrà essere facilmente colmata visto che lui rappresentava per il nostro pubblico sia il figlio di John Fante sia uno scrittore originale, amato per le sue poesie e i suoi romanzi, in cui è confluita la esperienza di vita da maudit. Gli dedicheremo quest’anno due eventi, quello iniziale e quello finale del festival, con la presentazione di un’antologia dove è stato inserito un suo racconto, e con una serata di reading interamente dedicata a lui, il cui cerimoniere sarà Vincenzo Costantino Cinaski, il suo amico poeta.

Ci puoi raccontare il come, il quando e il perché nacque l’idea del festival?
L’idea di festival nacque nel 2005 per esigenza del comune di Torricella Peligna che voleva creare un premio per omaggiare John Fante. Mi chiamarono perché avevo appena realizzato un documentario sullo scrittore. Proposi un festival conviviale, di stampo anglosassone, così come lo vedete oggi, quindi qualcosa di più articolato di un premio, in cui potersi confrontare sullo scrittore. Ebbe la sua prima edizione nel 2006.

Su Youtube c’è un bel video di Vinicio Capossela e Sandro Veronesi, in una trasmissione Rai di tanto tempo fa, che arrivano a Torricella Peligna per ricercare qualche traccia di John. Da allora sono passate dieci edizioni del festival e l’attenzione sulla sua figura è cresciuta in tutto il mondo. Come si rapporta, oggi, il piccolo borgo con la figura del suo “concittadino” più illustre?
I torricellani sono certamente consapevoli dell’importanza di Fante, e lo erano già prima della nascita del festival. Guardano con piacere alla sempre più diffusa presenza di personalità che vengono a Torricella in “pellegrinaggio”. Hanno addirittura anche partecipato a un documentario girato in paese, durante il festival, nel 2014, da una produzione olandese. Il borgo è però anche il luogo d’origine di altri personaggi importanti, come Bellini, la famiglia D’Amico, l’avvocato Ettore Troilo, quindi è ovvio che Fante non è sempre al centro della loro attenzione. Il festival “Il dio di mio padre” è però organizzato direttamente dal comune che ha sempre creduto molto in questo progetto culturale.

John Fante Festival. Bibliografia

Negli anni scorsi sono transitati a Torricella grandi personaggi della musica, della letteratura e della cultura italiana e immaginiamo che non sia stato sempre facile. Come si fa a tenere alta la considerazione e l’impegno ogni anno?
Con la costanza. I grandi nomi che sono venuti al festival sono quasi tutti degli appassionati di Fante a cui ho scritto ogni anno finché non hanno accettato di partecipare al festival. Non mollo facilmente. Poi, con il rigore. Il programma del festival, sin dalla prima edizione, è stato strutturato avendo ben in mente ciò che volevo, e ho cercato di fornire al nostro pubblico il massimo dell’offerta culturale in relazione ai temi fantiani, ospitando non solo autori importanti, ma anche eventi inediti, che negli anni hanno reso il festival ben riconoscibile, con una forte personalità.

Di ricordi in questi dieci anni ne avrai collezionati un bel po’. Ce n’è uno a cui sei particolarmente legata o speri che arrivi con la nuova edizione?
Di bei ricordi ne ho infatti diversi, dalla presenza inaspettata di Paolo Virzì il primo anno, al reading dedicato a Fante di Vinicio Capossela, che nel 2013 fece insieme allo scrittore Sandro Veronesi, Dan Fante e l’attore italoamericano Ray Abruzzo, a cui si unì anche l’attore abruzzese Domenico Galasso. Era tutto improvvisato. L’unico raccordo ero io che avevo dato poche indicazioni a ciascuno di loro. Eppure sul palco, fu tutto così magico. Venne fuori uno spettacolo in due lingue, italiano e inglese, che funzionò benissimo ed emozionò tutti. Il pubblico era visibilmente consapevole di assistere a qualcosa di unico e speciale. Ray Abruzzo, pur abituato ai set hollywoodiani e ai palcoscenici dei teatri di Los Angeles, mi confessò che fu uno dei momenti più belli della sua vita di attore… Invece, un ricordo che spero di poter collezionare in futuro? Quello della nascita della fondazione del festival… Lo spero davvero…

 

Qui, da queste pagine, l’augurio è che il tutto possa realizzarsi presto. Se volete approfondire, intanto, tutte le info sul festival le trovate sul sito johnfante.org.

 

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Gianluca Salustri

Gianluca Salustri

Abruzzese forte e gentile. Redattore e curatore di contenuti con penna e tastiera. Dal 2006 nel mondo dell'editoria e della comunicazione. Il profilo completo lo trovi in bio.
Gianluca Salustri
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