Il Sentiero Silone. Libro e cammino nei luoghi di Fontamara
Nel 2015 a Pescina, in provincia dell’Aquila, è stato inaugurato il Sentiero Silone, un cammino speciale per tutti i lettori che hanno amato le opere dell’autore di “Fontamara”, nome immaginario dato dallo scrittore Secondino Tranquillo al suo paese d’origine, in quello che è riconosciuto come uno dei libri più importanti della letteratura del Novecento.
Secondino Tranquillo, molti di voi lo sapranno già, è il vero nome di Ignazio Silone, nato in una cittadina che prima del secolo scorso sorgeva sulle sponde del Lago Fucino, il terzo più grande d’Italia fino al suo prosciugamento. La Pescina di Silone è già, quindi, quella da cui è possibile osservare la grande spianata del Fucino, diventata ricca di terra fertile, lavorata dai “cafoni” marsicani ma principalmente nelle mani del Principe Torlonia, in un contesto che lo stesso Silone così raccontava: “In capo a tutti c’è Dio, padrone del cielo. Questo ognuno lo sa. Poi viene il principe Torlonia, padrone della terra. Poi vengono le guardie del principe. Poi vengono i cani delle guardie del principe. Poi, nulla. Poi, ancora nulla. Poi, ancora nulla. Poi vengono i cafoni. E si può dire ch’è finito”.
La Pescina di Silone, e il sentiero a lui dedicato, sono oggi ricordati in tante occasioni, e dal momento dell’inaugurazione del percorso nel 2015, anche da un libro scritto da Stefano Ardito (edizioni Ricerche & Redazioni), uno dei più noti giornalisti, scrittori e documentaristi italiani specializzati in montagna, natura e avventura, e particolarmente legato alle alte quote d’Abruzzo.
La lampadina che ha consentito di ideare il Sentiero Silone si è accesa proprio sulla sua testa, mentre nell’atto pratico della realizzazione una parte fondamentale l’ha ricoperta la sezione locale del CAI, che in pochi mesi è riuscita a rendere fruibili i passaggi più difficili e, cosa non da poco, a convincere alcuni cittadini a offrire la possibilità di passare attraverso alcune proprietà private.
Sentiero Silone. Il libro
Ad anticipare l’inaugurazione, e a fare da guida lungo il cammino, Stefano Ardito si è preoccupato così di mettere nero su bianco quello che il cammino stesso rappresenta, un luogo della memoria degli scritti siloniani. Il libro si chiama anch’esso Il Sentiero Silone e appare come un piccolo bignami per conoscere da vicino la biografia di Silone e la storia di Pescina e dei suoi monumenti. E non poteva essere altrimenti, perché fu lo stesso autore di Fontamara a dire che:
Tutto quello che m’è avvenuto di scrivere, e probabilmente tutto quello che ancora scriverò, benché io abbia viaggiato e vissuto a lungo all’estero, si riferisce unicamente a quella parte della contrada che con lo sguardo si poteva abbracciare dalla casa in cui nacqui.
Vien da sé allora che nel libro siano raccontati gli episodi salienti della storia di questo territorio – prosciugamento del lago e terremoto della Marsica del 1915 in testa – e lo si faccia incrociando i riferimenti lasciati dallo stesso Silone nelle sue opere. Non solo in Fontamara quindi, ma anche in altri capolavori come Il segreto di Luca, Uscita di sicurezza e L’avventura di un povero cristiano. Un lavoro certosino di taglio e cucito che restituisce nomi ai luoghi narrati dal fu Secondino Tranquilli e contestualizza la sua scrittura dove è nata e si è ramificata.
Sentiero Silone. Il cammino
Sono così proprio le citazioni estrapolate dalle opere di Silone a fissare i punti più importanti del cammino a lui dedicato attorno a Pescina. Un tracciato ideato e segnato seguendo i luoghi descritti dall’autore e altri che è possibile solo immaginare oggi dopo che il tempo li ha irrimediabilmente modificati. Un percorso descritto passo dopo passo nella terza parte del libro e che inizia nella bellissima piazza del Duomo, da dove in pochi minuti è possibile raggiungere la casa natale dello scrittore, oggi purtroppo in stato di abbandono.
Altra fortuna ha avuto invece l’edificio che ospita il Centro Studi Ignazio Silone e il Teatro San Francesco, luogo in cui viene assegnato ogni anno dal 1988 il Premio Internazionale Ignazio Silone, ma che a fine dell’Ottocento era un carcere e dopo il terremoto della Marsica ospitava invece i locali della Lega dei Contadini, dove Secondino cominciò a formarsi politicamente.
Dopo l’immersione nel centro storico di Pescina il percorso prosegue finalmente all’aria aperta, seguendo e intrecciando il corso del fiume Giovenco, e salendo di altitudine fino a una quota massima di 1140 metri di altitudine, lì dove sorge il Prato delle streghe descritto in Vino e pane. Per rendere agevole il sentiero anche alle tante scolaresche che si spera di attirare da queste parti, il CAI ha però pensato bene di studiare tre diverse varianti, che nella propria scala di difficoltà vengono classificate in turistica, escursionistica e per escursionisti esperti.
Approdo finale del tracciato è e rimane comunque la tomba di Silone, posizionata sul punto più alto da cui è possibile scorgere il vecchio abitato di Pescina, luogo scelto dallo scrittore per il suo eterno riposo quando ancora in vita:
Mi piacerebbe di esser sepolto così, ai piedi del vecchio campanile di San Berardo, a Pescina, con una croce di ferro appoggiata al muro e la vista del Fucino, in lontananza.
È da qui, se avete amato Fontamara, che con gli occhi diretti all’infinito interrotto dai monti, potete provare ancora una volta a immedesimarvi in quel piccolo mondo antico che in realtà sembra non esser mai scomparso nelle tante ingiustizie ancora presenti nel mondo.
Proprio come il lago, sempre pronto a riapparire nei giorni di nebbia fitta che va a riempire la conca del Fucino per regalare ancora oggi l’idea di quello che era.
[La foto di copertina di questo post è tratta da pleinair.it]
Gianluca Salustri
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